- LA STORIA -

 

La Sezione di Padova dell'ISTC è stata costituita al momento della fusione tra l'Istituto di Psicologia di Roma e l'Istituto di Fonetica e Dialettologia di Padova (IFD), avvenuta il15/02/2002.
L'IFD era attivo dal 1° giugno 1998 e a sua volta era nato dalla confluenza di due Centri preesistenti, il Centro di Studio per le Ricerche di Fonetica (CSRF) e il Centro di Studio per la Dialettologia Italiana "Oronzo Parlangeli" (CSDI), ambedue istituiti all'inizio degli anni settanta sulla base di una convenzione tra l'Università di Padova e il CNR presso l'Istituto di Glottologia e Fonetica.
Il CSRF era caratterizzato dall'impostazione sperimentale delle ricerche fonetiche (che aveva implicato la costituzione di un Laboratorio che per la ricchezza e aggiornamento delle strumentazioni era diventato un punto di riferimento per tutti gli studiosi del settore in Italia) e da un approccio interdisciplinare assolutamente innovativo per l'Italia che determinò la costituzione di una équipe formata da linguisti, fisici acustici, ingegneri informatici, medici foniatri e psicologi, grazie alla quale il CSRF raggiunse una grande visibilità nazionale e internazionale.
Il CSDI costituiva il fulcro di una serie di ricerche distribuite sul territorio ma organizzate unitariamente al fine di raccogliere un data base sui dialetti italiani a tutti i livelli: lessicale, sintattico, fonologico e fonetico, grazie al quale sono state elaborate analisi di grande respiro e importanza. Inoltre al CSDI era stata affidata la pubblicazione di una collana di monografie su dialetti e italiani regionali di grande importanza culturale, utilizzabile anche in ricerche interlinguistiche e in sede didattica.
Queste linee di ricerca furono confermate al momento della fusione, nel 1998, dei due Centri nell'IFD che si configurò come un Istituto altamente specializzato nel campo della Speech Communication e degli studi sulla variazione linguistica.
La successiva confluenza nell'ISTC fu decisa sulla base della convinzione che le ricerche sul parlato, teoriche, sperimentali e tecnologiche, si sarebbero connesse perfettamente con le ricerche cognitive e psicolinguistiche sui vari aspetti della comunicazione (sviluppo cognitivo e apprendimento nei bambini, Intelligenza artificiale, reti neurali) svolte dai ricercatori dell'IP. Attualmente l'attività di ricerca della Sezione di Padova si concentra su cinque filoni.
Il primo filone, più vicino alle tradizionali ricerche fonetiche, è dedicato, grazie alla messa a punto e all'applicazione di nuovi specifici programmi di analisi acustica e articolatoria, ad una sempre maggiore conoscenza delle caratteristiche parametriche del parlato, normale e patologico; all'acquisizione di maggiori conoscenze elettroacustiche e fisiologiche sul processo fonoarticolatorio (normale, anomalo e patologico); all'analisi fonetica e fonologica della struttura prosodica (linguistica e paralinguistica) dell'italiano, con ricerche specifiche su focus e accentazione. All'interno di questa tematica è stato sviluppato anche un indirizzo di ricerca che riguarda l'analisi degli aspetti multimodali (micro- e macro-) della comunicazione umana faccia-a-faccia. Gli aspetti micro-bimodali riguardano la produzione e percezione dei movimenti labiali e mandibolari nella produzione del parlato e nell'espressione delle emozioni e le loro relazioni con il segnale acustico co-prodotto. Gli aspetti macro-bimodali comprendono lo studio dei rapporti tra le unità linguistiche (sillabe, parole, caratteristiche prosodiche e intonative), la gestualità coverbale, la cosiddetta visual prosody e le espressioni acustiche e visive delle emozioni.
Queste ricerche possono rientrare in più ambiti di ricerca, per esempio anche nel campo della riabilitazione logopedica, ma in particolare i loro risultati sono stati utilizzati nell'implementazione di Facce Parlanti, sistemi di interfaccia bimodali uomo-macchina, un filone che si è rivelato di grande interesse nel campo delle tecnologie del parlato che costituiscono la seconda importante linea di attività della Sezione. In questo settore sono stati conseguiti ottimi risultati tanto nel campo del riconoscimento automatico quanto della sintesi da testo. Basterà ricordare il programma FESTIVAL, adattamento all'italiano del sistema di sintesi vocale messo a punto dal Center for Speech Technology Research-University of Edinburgh, sul quale si basano anche dei programmi per la sintesi bimodale audio-visiva.
Un altro importante filone di ricerca riguarda l'analisi fonetica e fonologica del linguaggio infantile in soggetti normali e patologici eseguita anche in prospettiva interlinguistica, le caratteristiche del babbling e delle prime parole per la valutazione della continuità fonetica, l'interazione tra sviluppo fonologico e lessicale e l'emergere dell'organizzazione fonologica. Rientrano in questa linea anche l'aggiornamento del sistema interattivo multimediale per l'alfabetizzazione (SIMpA), la costituzione di un archivio sonoro del parlato infantile e la messa a punto di strumenti informatici per la valutazione della complessità fonologica. Sono connesse a questo filone le ricerche sperimentali sulle patologie fonoarticolatorie di origine periferica e/o centrale e sugli aspetti segmentali e soprasegmentali del linguaggio infantile, con applicazioni che rappresentano un unicum nel panorama italiano in materia di vocalizzazioni prelinguistiche di soggetti pretermine e a termine e con altre analisi dei limiti della variabilità individuale e della genesi delle disfluenze nel parlato, in particolare la balbuzie. E'evidente l'importanza di questi dati per tutti gli specialisti, medici foniatri, audiologi, logopedisti, psicologi nella definizione di protocolli di valutazione e di interventi di riabilitazione.
Per quanto riguarda il filone dialettologico, le ricerche sono volte alla valorizzazione del patrimonio linguistico, culturale e antropologico che nel nostro paese si presenta estremamente variegato e complesso e merita pertanto di essere oggetto di uno studio approfondito.
A tal fine sono state attivate già da diversi anni raccolte sul campo di dati dialettali ed analisi lessicologiche, fonologiche e morfosintattiche di testi antichi e moderni, che hanno dato luogo sia a data base consultabili (anche in rete) da studiosi e non, sia a monografie e lavori specializzati sui dialetti antichi e moderni, includendo le zone alloglotte.
Queste ricerche si inquadrano nell'ambito di un rinnovato interesse vivo in tutti i paesi europei e confluiranno in un network comune europeo, di cui costituiscono uno dei primi progetti pilota.

Le maggiori ricadute applicative si possono prevedere nel settore delle interfacce bimodali uomo-macchina, le cosiddette Facce Parlanti, un argomento di ricerca che ha meritato nel 2000 e 2001 il riconoscimento di focus da parte del CNR e a cui sono stati attribuiti numerosi progetti nazionali (TICCA, MIUR-FIRB 2003) ed europei (MAGICSTER, PF-Star).
Queste interfacce sono considerate più naturali rispetto a quelle grafiche o vocali perchè riproducono l'interazione comunicativa umana faccia-a-faccia nella quale l'informazione viene scambiata lungo i canali uditivo e visivo per mezzo di messaggi verbali, intonazione, gesti, sguardi, espressioni del viso e movimenti del corpo.
Sono considerati anche sistemi più robusti perché la trasmissione di informazione su più canali garantisce una migliore intelligibilità e comprensione del messaggio, soprattutto nei casi in cui il segnale acustico risulta distorto, danneggiato o ridotto a causa di situazioni ambientali sfavorevoli, di patologie del ricevente o di inadeguatezza del parlato sintetico.
L'implementazione di Facce Parlanti in italiano ha richiesto la conoscenza di tutti i dati ricavati dalle ricerche linguistiche e informatiche già svolte presso l'IFD, in particolare dagli studi sulla comunicazione multimodale e sulla tecnologia del parlato. Infatti, per rispettare la specificità linguistica sono state utilizzate le informazioni sulle caratteristiche dei movimenti articolatori visibili, registrati e analizzati con sistemi optoelettronici (FIG.1),


FIG. 1

sull'inventario dei visemi italiani, sui correlati acustici delle unità segmentali e soprasegmentali dell'italiano, sulle caratteristiche articolatorie ed acustiche che veicolano le emozioni, poiché le Facce parlanti, oltre all'informazione linguistica verbale trasmettono anche emozioni e atteggiamenti.
Una di queste Facce, LUCIA (FIG2),


è stata messa a punto del tutto autonomamente presso la Sezione, mentre le altre due, BALDINI (FIG.3) e GRETA (FIG.4),


FIG. 3

FIG. 4

sviluppate per l'inglese la prima da D.Massaro e la seconda da C.Pelachaud, parlano italiano grazie al sistema di sintesi vocale dell'IFD.
Queste interfacce bimodali saranno utilizzabili nell'accesso a banche dati, anche in rete, nei servizi di informazione (lettura di notiziari, guide museali, annunci commerciali), nelle applicazioni alla didattica per soggetti normali o patologici, anche nell'e-learning, oltreché nei servizi di vendita e nell'industria dello spettacolo (videogames, cinema e televisione).
Per esempio, per quanto riguarda la didattica rivolta tanto a soggetti normali quanto patologici, è in corso di implementazione la versione italiana del "Center for Spoken Language Understanding Speech Toolkit" dell'Oregon Institute of Technology di Portland che prevede, per esempio, il completamento dell'immagine facciale frontale con informazioni relative alla posizione sagittale mediana della lingua.(FIG.5).

FIG. 5