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Se si definisce il suono come «uno stato vibratorio di un mezzo elastico in grado di far vibrare un corpo elastico» (ad es. il timpano) si evidenziano le caratteristiche intrinseche, oggettive, del fenomeno, le principali delle quali costituiscono largomento di questo capitolo. Definendo, in alternativa, il suono come «la sensazione indotta a livello cerebrale (attraverso il sistema uditivo) da un movimento vibratorio propagantesi in un mezzo elastico», si pone laccento sigli effetti percettivi, soggettivi, causati nelluomo dal fenomeno. Questo aspetto verrà preso in considerazione nel capitolo relativo alla fonetica percettiva. ![]() Per farsi una prima idea della genesi del suono supponiamo che il mezzo elastico interessato sia laria le cui particelle (molecole) costitutive siano inizialmente ferme ciascuna nella propria posizione di equilibrio (o di «quiete», o di «riposo»). Se spostiamo, con un procedimento qualsiasi, una di queste particelle dalla sua posizione di riposo, il movimento oscillatorio che questa verrà ad assumere si trasferirà, per urti elastici successivi, a particelle via via più lontane: si genera cioè una perturbazione del mezzo elastico che, propagandosi da una particella allaltra, dà origine ad una «onda sonora». Queste oscillazioni delle particelle, ciascuna attorno alla propria posizione di equilibrio, determinano in ciascun punto dello spazio interessato dallonda sonora delle variazioni in più (zone di condensazione) ed in meno (zone di rarefazione) della pressione rispetto al valore di pressione atmosferica specifica del luogo. La forma di unonda sonora - cioè la geometria con cui la perturbazione sonora si propaga nello spazio - dipende sia dalle modalità di generazione (cioè dal tipo di sorgente sonora), sia dalle caratteristiche intrinseche e dalle delimitazioni del mezzo elastico. ![]() In dipendenza essenzialmente dalla sorgente sonora, possono individuarsi due tipi principali di onda sonora. a) l'onda sferica, prodotta da una sorgente puntiforme (per es. una sferetta pulsante) in uno spazio privo di delimitazioni, si irradia in tutte le direzioni in modo tale che lideale superficie che unisce i punti dello spazio ove vi sia - ad un certo istante - una stessa variazione di pressione (tale superficie si chiama fronte donda) è una sfera concentrica alla sorgente. Evidendemente a distanze via via crescenti dalla sorgente i fronti donda sferici considerati su una area limitata presentano una curvatura decrescente, tanto che londa sferica può in tal caso assimilarsi ad un«onda piana» prodotta da una sorgente a superficie piana di grandi dimensioni;
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